• Pubblicata il 30/11/2005
• Autore: Sposata

Col marito di un'amica... - Ragusa Trasgressiva

35 anni, due figli, mora, scura di carnagione, un po’ in carne ma soda allo stesso tempo, 36 di piede, quinta di reggiseno: non sono una che passa inosservata, ma non sono nemmeno una mangiatrice di uomini. Un giorno però mi rendo conto che il marito di una mia collega e buona amica si è accorto di me…

Sono lusingata… lui poi mi piace e un po’ per volta glielo faccio capire perché sento mio malgrado che la cosa è reciproca. Dopo i primi contatti e la sua prima abbondante sborrata, che mi procuro masturbandolo con cura e con molto piacere, la prima volta che mi scopa mi accorgo di essere in realtà un po’ inibita: non mi piace prenderlo in bocca e sono vergine dietro perché mio il marito ce l’ha proprio grosso: insomma ero in realtà pochissimo esperta.

Lui però sa mettermi a mio agio. Scopatine semplici, dunque, arricchite però dal fatto che sono proibite e dalla sua costante ricerca del mio orgasmo anche attraverso ripetuti rapporti orali: i frutti di questo approccio non tardano ad arrivare e ben presto riesco a godere anche solo essendo penetrata.

A questo punto, però, il rischio di restare incinta era reale. Una volta, nel parcheggio della metropolitana, lui vuole assolutamente riempirmi di sperma ed io lo lascio fare perché essere sborrata piace molto anche a me: ricordo la piacevole sensazione del suo seme che mi cola negli slip mentre vado a riprendermi la macchina… bello, si, ma poi aspettare il ciclo non fu altrettanto piacevole.

Anche per questo il suo obbiettivo fu da subito il mio buco stretto. Approfittando allora del fatto che mi piaceva essere leccata, mi iniziò al piacere di essere leccata anche nel culo: prima tutt’intorno, poi sul buchino stretto stretto, poi spingendoci dentro la lingua mentre io, anche senza volerlo, mi allargavo, poi infilandoci un dito mentre mi scopava, poi infilandocene due… ero sempre fradicia, e se ci aggiungiamo la saliva che ci metteva lui, praticamente ero tutta un buco.

Un caldo giorno d’estate eravamo nel letto dei miei genitori e mi stava scopando alla pecorina quando decise che era arrivato il momento di farmi sua per davvero: mi appoggiò allora la cappella sul culetto e ci si lasciò scivolare dentro, premendo quel tanto che bastò a vincere la resistenza del mio rilassato sfintere. Fatto! Dissi solo “AH!”, ma non mi lamentai… anzi rimasi col culo in aria per tutto il tempo, allargandomi poi con entrambe le mani mentre lui continuava a scoparmi… e mi piacque anche molto farmi sborrare nella pancia. Non ce l’aveva grosso ma sapeva usarlo bene!

Da quella volta in poi il momento più bello delle nostre scopate era per me quando a un certo punto mi giravo per chiedergli di mettermelo dietro… non potevo però immaginare che la scoperta del piacere anale mi avrebbe poi indotta a farlo scoprire anche a lui… ma di questo parlerò un’altra volta.

VAI AI VIDEO