• Pubblicata il 21/01/2006
• Autore: Luca

Fantasia - Ragusa Trasgressiva

Come dice il titolo, è una fantasia, non una storia vera. Ciao da Luca (eneammm@yahoo.it)

Passo davanti allo studio e ti scorgo al computer. Indossi una leggera t-shirt e un paio di vecchi jeans che hai tagliato a inizio coscia. Gambe nude con solo dei leggeri sandali ai piedi. Il seno è anch’esso visibilmente nudo, pur celato dalla maglietta.
Sembri accaldata, ed è comprensibile con l’estate che entra impetuosa dai vetri spalancati. Mi avvicino a te e comprendo che non sei solo accaldata: sei emozionata, sovreccitata, paonazza.
“Cosa c’è?”
“Nulla, nulla” ma il tuo sguardo nasconde qualcosa.
Ora ti sono a fianco e ti osservo; conosco bene quel tuo stato: hai appena goduto! Osservo lo schermo del pc e vedo che stai inviando un mail molto pesante; probabilmente anche foto.
Ti guardo e ti sorrido, poi mi chino su di te e corro il tuo corpo con la mano: il viso, il collo, i seni, il pancino che tanto adoro, fino alle cosce; poi, in mezzo a loro. Mi fermo e apprezzo: i jeans sono fradici, in mezzo alle tue gambe vi è una calura tropicale, fatta di caldo umido denso di afrori. Porto la mano al viso e annuso, trovando i tuoi profumi da femmina in calore.
“Puttana, ti sei appena masturbata! Come sempre hai fatto sesso in chat. Sei davvero una porca. Sarà bene che ora ti pulisca” e ti prendo per mano, conducendoti in bagno. Non ti ribelli, anzi hai una reazione strana: nel breve tragitto ti appoggi a me, e il tuo splendido capo si adagia sulla mia spalla.
Di colpo tutta la mia furia si ammansisce e una sensazione perversamente piacevole mi avvolge.
Entriamo in bagno. Ora tu sei di fronte a me, con la testa china e l’espressione di una bimba in attesa della punizione.
Io, invece, mi inginocchio di fronte a te e ti slaccio con dolcezza i jeans. Li sfilo e l’odore di prima si fa più intenso. Le mutandine sono completamente dentro alla tua fica, il cui esterno è bagnaticcio.
Poso le mie labbra sulla vagina e ti bacio con leggerezza; la sento socchiudersi; ne approfitto per sfilarti con la lingua dalla morsa delle tue labbra gli slip. Poi te li sfilo carezzandoti il culo bello sodo. Li porto alla bocca e li succhio leggermente, li spremo per godere di tutti i tuoi umori.
Forse meriteresti una sculacciata, ma sono ipnotizzato dalla fica che pulsa di fronte a me, emettendo folate di intensi afrori di sesso. Devo resistere, questa sarà la tua punizione.
Allora mi alzo e ti faccio accomodare sul bidet; apro il rubinetto dell’acqua fredda e comincio a risciacquarti. Con la mano non ti sfioro nemmeno, solo indirizzo l’acqua nella tua vagina aperta.
Il tuo busto si solleva con ritmi lenti e profondi, facendo premere i capezzoli ormai turgidi contro la stoffa leggera della maglietta. Un leggero sorriso di piacere adorna il tuo volto.
Ora dalla tua fica non si solleva più nessun odore: sei pulita. Chiudo l’acqua e tu è come se ti strappassi da un sogno. Mi guardi stupita. Io ti faccio alzare e prendo l’asciugamano.
Te lo appoggio semplicemente fra le cosce bagnate e lo premo: basterà ad asciugarti.
Allora tenti il tutto per tutto:
“Devo pisciare”
So qual è la tua punizione e faccio finta di abboccare. Mi inginocchio nuovamente di fronte a te e appoggio le labbra alla vagina. La trovo piacevolissimamente fresca, pulita. Inserisco la lingua, ma senza leccare, solo per aprire la strada alla pioggia dorata. Tu con le mani divarichi bene le labbra, allora mi scosto leggermente e l’urina mi colpisce in pieno viso: calda, salina, sapida. Spalanco la bocca e ne bevo grosse sorsate, attendendo fino all’ultima goccia.
Poi mi alzo; sono tutto bagnato della tua pipì. E iniziando a slacciarmi la camicia ti dico:
“Ora esci, per favore, devo fare la doccia” e ti spingo fuori chiudendo a chiave la porta.

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